Abbiamo bisogno di ripensare il modo in cui viene concepita l’innovazione in Italia.
Quando si parla di innovazione, infatti, ancora è presente nella mente di molti giovani e studenti l’idea romantica del “genio”: una persona particolarmente dotata d’intelletto e visione che da solo – meglio se rinchiuso per giorni in un garage stile americano – riesce a trovare l’idea formidabile a cui nessuno aveva pensato prima.
Quel momento di pensiero libero, di mito creativo, è affascinante perché ogni progetto di innovazione porta con sé l’audacia del numero “0”, vale a dire la prospettiva di realizzare tutti i calcoli e le previsioni creative ipotizzate solo su carta.
Ma questa non è l’innovazione che intendiamo promuovere, perché non è capace di rispondere alle reali esigenze delle persone e dell’ambiente. Piuttosto che ripetere “Quale prodotto o servizio innovativo posso creare?” bisognerebbe domandarsi “Si deve creare? Quali ricadute economiche sociali e ambientali voglio realizzare nel territorio”.
Proprio per ripensare il punto di partenza dell’innovazione, si è deciso di lanciare una call dedicata alle Startup di Economia Civile del Festival, fornendo una piattaforma comune a cui aderire per candidare i propri progetti di startup sostenibile. Inoltre, per supportare l’ideazione e la collaborazione tra giovani e studenti, sono stati organizzati su tutto il territorio nazionale più di 20 hackathon di economia civile, coinvolgendo più di 20 Università italiane e alcune reti, come la RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, che già lavorano sul territorio per diffondere un modello di autoimprenditorialità inclusivo, partecipato e sostenibile.
Gli Hackathon sono una forma di progettazione partecipata che fornisce una risposta diversa a un’altra domanda frequente quando si pensa un prodotto o un servizio innovativo: “Basto io per realizzarlo?”. La risposta è dunque no. Generalmente, il lavoro della singola persona non è mai sufficiente e il modo migliore per riuscire in un’impresa rimane quello di condividere sogni, rischi e valori con più persone possibili. Durante questi eventi, le persone di diverse facoltà, con storie e competenze eterogenee si incontrano, si conoscono e insieme progettano una soluzione possibile a un problema sociale e/o ambientale scelto da loro nel loro territorio.
Il ruolo delle organizzazioni promotrici del Festival non si ferma qua, perché durante gli hackathon saranno presenti anche imprese civili e organizzazioni del Terzo Settore, che metteranno a disposizione le loro esperienze e le loro competenze per stimolare ulteriormente il confronto e la collaborazione tra i gruppi di lavoro.
Una startup deve essere necessariamente piccola e agile ma non potrà essere mai isolata. Perché come diceva Ernst Friedrich Schumacher nel suo “Piccolo è bello”, le imprese di piccole dimensioni hanno una forza propulsiva enorme e contagiante e potremmo aggiungere, senza voler alterare il suo valore di fondo, che per rimanere “bello” nel tempo serve anche la forza generatrice della Rete e affidarsi a una semplice formula matematica in cui 1+1=3.
Per informazioni sulla call per le startup e gli eventi degli hackathon scrivere a contest@festivalnazionaleeconomiacivile.it