Orto 2.0 è una startup, la prima nata dal percorso di formazione realizzato da NeXt, all’interno del percorso laboratoriale, Prepararsi al Futuro, dell’Università di Tor Vergata di Roma, in collaborazione con CoopUp e Confcooperative Roma. Orto 2.0 permette a chiunque di possedere un orto personale coltivato da esperti, controllandolo e gestendolo in remoto, attraverso applicazione e sito web.
La sua mission è quella di offrire alle persone la possibilità di avere prodotti freschi e di qualità sulle proprie tavole, saltando le filiere agroalimentari e contribuendo a ridurre gli sprechi alimentari.
Il team è il punto di forza del business che permette di lavorare insieme per lo stesso obiettivo. Inoltre, la buona divisione del lavoro e dei compiti, permette di valorizzare le conoscenze specifiche dei membri dello staff.
Infine, lo scopo “sostenibile” è il collante che premia lo sforzo del gruppo. La app favorisce la presenza di una community di scambio tra gli utenti che, collaborando tra loro, permette la riduzione degli sprechi alimentari e di creare una vera e propria comunità sostenibile e responsabile. Il lavoro pratico sul campo è realizzato dal team di Orto 2.0, da alcuni ragazzi degli istituti di riabilitazione psichiatrica (ortoterapia) e dai ragazzi degli istituti agrari mediante alternanza scuola-lavoro.
Intervista a Marco Tomarelli, co-fouder di Orto 2.0
Perché è importante parlare ai giovani di sostenibilità?
Non solo è importante parlare ai giovani di sostenibilità ma è indispensabile, perché solo grazie a loro è possibile arrivare al cambiamento. La sostenibilità è un concetto ampio e applicabile sia nella quotidianità di ognuno di noi sia in ogni attività economica. In questo scenario, il giovane riveste il ruolo fondamentale di “conducente”, chiamato a comunicare al sistema attuale il valore intrinseco del rispetto dell’ambiente e della società. Questi sono valori che devono essere trasmessi, soprattutto ai più giovani. Le “buone pratiche” devono diventare parte integrante delle loro abitudini quotidiane, così da considerare negativo qualsiasi altro comportamento non conforme.
Avete avuto modo di visionare uno dei progetti ideati dai ragazzi per la vostra azienda, cosa ne pensate?
Molti di loro hanno colto in pieno alcuni aspetti fondamentali di Orto 2.0. La rigenerazione di spazi urbani inutilizzati è una delle principali mission aziendali, così come il voler sensibilizzare e far capire che qualsiasi spazio verde abbandonato può diventare produttivo e dare sicurezza a tante famiglie; e, infine, che tramite l’applicazione è possibile avere una finestra sempre aperta sul proprio orto di casa.
Quali consigli vi sentite di dare ai giovani che cercano nuove opportunità nel mondo del lavoro “sostenibile”?
Con Orto 2.0 non siamo andati alla ricerca di nuove opportunità ma bensì di vecchie sicurezze. Non siamo in grado di dare suggerimenti ai nostri coetanei, vorremmo però convincerli a partecipare a questo processo di cambiamento.
Forse l’unico consiglio è di avere perseveranza e continuare a combattere per quello in cui si crede. Il mondo del lavoro “sostenibile” non deve essere inteso come un’alternativa ma come l’unica soluzione alla riorganizzazione di una società che necessita di sforzi attivi per raggiungere la sostenibilità in ogni aspetto sociale, economico, ambientale.
Quanto è importante la territorialità per far comprendere ai giovani che il loro apporto è indispensabile per cambiare l’approccio culturale all’economia?
La territorialità è un aspetto molto importante per far sì che cambi l’attuale approccio culturale all’economia e che si avvii il processo di cambiamento.
La valorizzazione del territorio è già di per sé un simbolo di sostenibilità, soprattutto considerato che i nostri territori sono stati abbandonati da player di un’economia ormai obsoleta: di conseguenza questa valorizzazione assume una rilevanza diversa. Per noi attori di questo cambiamento è doveroso recuperare i danni provocati al nostro territorio, iniziando dal rispetto dell’ambiente e della società fino a creare dei circuiti economici virtuosi che possano essere d’esempio ai player economici attuali e futuri.
Carattere distintivo della territorialità è la conoscenza, se si vive il posto lo si conosce, e quindi si avrà un vantaggio competitivo.