La seconda edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile – conclusasi il 27 settembre scorso – ha dato spazio come consuetudine alle presentazioni di startup innovative sotto ogni aspetto: sociale, ambientale ed economico.
Seconda classificata di quest’anno – tra le 7 selezionate dal comitato tecnico della 3 giorni dedicata a un’economia più inclusiva e rivolta ai bisogni reali delle persone – Green Games: la neo-impresa nata a Genova dalle giovani menti geniali di 5 ragazzi under 25.
La Generazione Z può essere solo orgogliosa nel sostenere questo team affiatato, organizzato, con una visione chiara del proprio futuro e del futuro della propria azienda. Costituiti nel settembre del 2019, lo scopo iniziale di Green Games era quello di progettare videogiochi online educativi da immettere sul mercato delle app a pagamento.
Questo primo modello di business ha subito evidenziato i suoi limiti: non esisteva una community di early adopter a sostenere la prototipazione dei giochi proposti, non c’erano giovani interessati a giochi educativi, nessun piano di comunicazione e marketing alle spalle. Risultato: nessun download per i primi sei mesi.
I nostri giovani “prometeo” del videogioco hanno allora rivisto il business model, ripensando la distribuzione dei loro prodotti.
Da un modello B2C a uno B2B, che è ripartito da zero puntando sulla costruzione di una community web di giocatori, già consapevoli e attenti nei confronti della cura del Pianeta, in particolare nella lotta ai cambiamenti climatici.
Green Games, da questo cambio di rotta, ha conquistato la fiducia delle imprese loro clienti e anche della platea di gamers sparsi un po’ in tutta Italia ed Europa. I numeri parlano chiaro, con 50mila euro di revenues previsti nei prossimi mesi, 5 collaborazioni con aziende importanti, 5.000 utenti in 46 Paesi diversi e una community di più di 30mila persone, Green Games dimostra di aver intrapreso la strada giusta per rendere concreta la propria vision aziendale: creare la prima azienda di videogiochi, in grado di realizzare profitto impattando positivamente sul Pianeta e sensibilizzando la popolazione mondiale nei confronti di atteggiamenti e piccoli cambiamenti quotidiani, che ci tutelano dal “burn out” planetario.
Ambiziosi? Sicuramente! E determinati. Da subito la startup si è prefissata obiettivi economici e anche di impatto sociale, partendo da un bisogno primario del team di partenza: la lotta ai cambiamenti climatici. Al momento, con i primi guadagni della startup, questi 6 ragazzi under 25 ha già piantato più di 500 alberi, contando entro fino 2020 di piantarne altri 7.000, con un obiettivo finale di piantumazione di 1 milione di alberi entro il 2022.
Grazie al modello di business messo a punto da Green Games, si raggiungono due obiettivi primari per uno sviluppo più sostenibile e per avvicinarsi agli Obiettivi internazionale dell’Agenda 2030. Il primo è la sensibilizzazione dei più giovani o comunque della popolazione dei gamers, nei confronti dei problemi ambientali, dando un valore al tempo di gioco, fino a oggi visto soltanto come svago inutile e anzi particolarmente alienante dalle generazioni più vecchie. Il secondo è la sensibilizzazione delle aziende: sì, perché con la costruzione della community di gioco, Green Games ha dimostrato alle aziende, che per far breccia nei gamers, il tema ambiente è una buona strategia di marketing e dunque, che investire nell’ambiente aiuta a raggiungere il proprio target e anche ad avere una maggiore visibilità come azienda sostenibile e attenta ai più giovani.
Davvero una startup di successo, che ha messo le proprie competenze “hard” e “soft” al servizio di un mercato in forte espansione, partendo da un’esigenza di molti dei Millennials e dei cittadini della Generazione Z: la tutela ambientale dell’ambiente e quindi anche della salute umana.
Adatto alla sensibilizzazione anche nei confronti delle pandemie, per la prevenzione di nuovi rischi sanitari e anche di disastri ambientali anche non scatenati dalle attività antropiche, la soluzione di Green Games ha meritato il premio in denaro assegnatole dalla giuria del Festival Nazionale dell’Economia Civile, che premia non soltanto la sostenibilità dei progetti presentanti, anche la scalabilità e sostenibilità economica e la ricaduta a breve, medio e lungo termine sulla società tutta.