L’ECONOMIA CHE SERVE OGGI
Partecipazione, condivisione, creatività saranno i motori fondamentali dello sviluppo economico dei prossimi anni. Per questo abbiamo pensato ad un Festival Nazionale dell’Economia Civile, come ad un luogo dove fare incontrare pensiero e progetti concreti che stanno sperimentando un nuovo agire economico.
L’ECONOMIA CIVILE è una visione dell’economia che mette al centro la persona, e quindi il lavoro e l’impresa. Persona capace di cooperare, di immaginare nuove soluzioni, capace di fiducia, di relazioni positive e generative.
NELL’ECONOMIA CIVILE IL LAVORO È UN VALORE che va tutelato e promosso, non soltanto perché produce inclusione e dignità, ma anche perché contribuisce ad arricchire di significato la vita. L’economia civile pensa all’impresa come ad un luogo che sa produrre valore condiviso, attento alle persone e all’ambiente. E la finanza attenta e al servizio dell’economia reale e allo sviluppo inclusivo.
PER UN BENESSERE EQUO E SOSTENIBILE servono esperienze vive, modelli messi alla prova, posti di lavoro generati davvero, spazi di espressione per imprese giovani e dinamiche. È su questi temi che l’economia civile sta provando a marcare la propria differenza e autenticità.
I principi dell'Economia Civile
Un’economia plurale è un’economia sana
L’economia civile consente di rendere più democratico il sistema economico coinvolgendo imprese cooperative e capitalistiche, soggetti profit e non profit, soggetti pubblici e privati.
Un’economia civile genera felicità pubblica
Mentre la ricerca della felicità mette al centro l’individuo, la ricerca della felicità pubblica nasce da un’etica delle virtù e del bene comune. Non c’è felicità individuale senza quella pubblica.
La fiducia fa crescere la società
La fiducia è il carburante delle relazioni economiche, facilita le relazioni, alimenta il benessere collettivo.
La gratuità produce innovazione sociale
C’è un “di più” nelle relazioni umane e in quelle economiche che produce innovazione, creatività, cambiamento. Non è filantropia, né altruismo ma è desiderio di trovare nuove soluzioni ai problemi.
I protagonisti dell'Economia Civile
L’Economia Civile sperimenta un modello a quattro mani in cui l’azione delle istituzioni e del mercato è sostenuta dall’impegno della cittadinanza attiva e delle imprese responsabili. Cittadinanza attiva e imprese responsabili saranno tra i protagonisti del Festival.
Un’occasione di riflessione, di incontro, di scambio di esperienze, di progettazione condivisa. Perché pensare e fare, capire e agire sono per noi momenti inscindibili. Le parole, le idee, servono a poco, finché restano solo parole e idee. Devono diventare progetti e buone pratiche condivise, esperienze replicabili, territori abitabili.
Per questo ci diamo appuntamento a Firenze dal 29 al 31 marzo 2019.
Perché un Festival Nazionale dell’Economia Civile
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile è nato da un’idea di Federcasse (la Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo) ed è stato progettato e organizzato da Next-Nuova Economia per tutti (rete nazionale di organizzazioni che promuovono l’Economia Civile attraverso nuove forme di dialogo e coordinamento tra imprese, cittadini, startup, enti del terzo settore e pubblica amministrazione) e SEC-Scuola di Economia Civile di Loppiano (organizzazione di formazione che unisce docenti di atenei di tutta Italia sui temi dell’Economia Civile, che oggi rappresenta in Italia l’unico centro di ricerca e studio specializzato in materia).
Il Festival vuole essere un’occasione di incontro, di confronto, di scambio e di progettazione condivisa tra i diversi attori sociali che intendono interpretare un nuovo agire economico. Quello dell’Economia Civile. Basata sul primato delle persone rispetto alle strutture, attenta allo sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di accompagnare le iniziative generate dal basso e di promuovere cooperazione a tutti i livelli. Un’economia che pensa e agisce all’insegna dell’ecologia integrale e una finanza fuori “dai templi” e dal “pensiero unico” e che valorizza la biodiversità delle forme e degli stili di impresa. Un’economia, insomma, mainstreet, non mainstream.
Questo il senso e la mission del Festival, giornate nelle quali approfondire e discutere quanto sia oggi necessaria una “visione” del mondo e dell’economia che non arretri di fronte alla complessità e che non “separi” le sfere della vita umana. Una visione nella quale il mercato sia un’attività basata su relazioni di “mutualità”, fiducia, motivazioni, sympatheia, virtù civili e reciproco aiuto. Realmente finalizzata al bene comune (da non confondere con il bene collettivo). Pensando a prevenire gli “scarti” e a costruire opportunità. In una logica che vede nel benessere della collettività un fine - e al tempo stesso un mezzo - per garantire benessere diffuso.
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile è stato ideato anche con l’obiettivo di interessare e coinvolgere soprattutto i giovani. I grandi esclusi dai progetti di sviluppo e dal dibattito di questo Paese. La tre giorni infatti vede gli interventi di studiosi ed economisti, ma anche di imprenditori e lavoratori, amministratori pubblici e studenti. Saranno inoltre previste forme di partecipazione dal basso diverse dalle tipiche sessioni con tavole rotonde che includeranno momenti interattivi che vedranno come protagonisti start-up e giovani innovatori.
Non a caso, il Festival si sviluppa nel tessuto cittadino di Firenze. Città scelta per l’impulso che ha dato alla crescita della coscienza universale con l’Umanesimo, per le intuizioni e le realizzazioni innovative in materia di organizzazione del lavoro, di economia, di finanza e di welfare. Per quanto realizzato da La Pira e per quanto la storia recente ci ha mostrato: una città che sa essere aperta e solidale, intrinsecamente predisposta e tesa verso un modello sociale inclusivo.