Anche l’edizione 2023 torna a nominare gli Ambasciatori dell’Economia Civile tra i Comuni che si sono maggiormente distinti per i loro progetti di sviluppo locale sostenibile.
Inclusione, lavoro dignitoso, rispetto dell’ambiente, partecipazione. Questi i temi dei progetti presentati in coerenza con le azioni della Carta di Firenze, di sindaci e sindache attenti allo sviluppo sostenibile del proprio territorio.
I Comuni selezionati come Ambasciatori saranno affiancati da alcune esperienze particolarmente significative per quanto riguarda le pratiche di amministrazione condivisa: la partecipazione della società civile, del tessuto produttivo, dei cittadini e in particolare dei giovani, sono fondamentali per realizzare l’economia civile nei territori.
Comune di Castel del Giudice
Castel del Giudice è un piccolo borgo al confine tra l’Abruzzo e il Molise, nella provincia di Isernia, situato nella zona centrale dell'Appennino, a 800 metri di altitudine, nel cuore dell'Alto Sangro. Lontano dai grandi centri urbani, con una tradizione agro-silvo-pastorale, è abitato oggi da 311 persone. Come molte località appenniniche, il Comune di Castel del Giudice ha subito per tutto il ‘900 il fenomeno dello spopolamento dovuto all’emigrazione e ad un saldo naturale costantemente negativo.
Grazie a una collaborazione multifattoriale tra enti pubblici, aziende private, organizzazioni sociali e politiche, è stato realizzato un programma partecipativo finalizzato a contrastare il declino e lo spopolamento della comunità locale. Questo sforzo ha portato a una strategia di sviluppo focalizzata sull'iniziativa del Comune. Le principali linee di azione hanno incluso la trasformazione di scuole chiuse in strutture per anziani, la creazione di meleti biologici su terreni inutilizzati e la messa in rete in una cooperativa agricola che trasforma e commercializza i prodotti, la trasformazione di stalle ed edifici cadenti in un albergo diffuso e la gestione di servizi comuni come la raccolta differenziata e un negozio di specialità tipiche.
La comunità di Castel del Giudice ha dimostrato intraprendenza e creatività, trasformando il paese in un laboratorio di sviluppo economico e sociale sostenibile.
Comune di Livorno
Livorno nasce per volontà dei Medici alla fine del XVI secolo, e fin da subito si caratterizza come città aperta che accoglie, grazie alle Leggi Livornine, perseguitati religiosi, politici o razziali, arricchendosi dell’intraprendenza di tanti popoli stranieri e divenendo fin dall’inizio della sua storia una ‘città delle Nazioni’. Di questo troviamo testimonianza nei tanti edifici di culto, nei cimiteri multireligiosi e nella varia e contaminata gastronomia.
La sua vocazione portuale e commerciale ne garantisce uno sviluppo che va avanti attraverso i secoli, trasformando via via lo spazio urbano e facendo di Livorno una città prosperosa e sempre più internazionale.
Oggi la città, con i suoi 158.000 abitanti, mantiene forte la memoria del suo passato, rimanendo orgogliosamente cosmopolita e inclusiva. Il suo porto, attualmente in fase di espansione, continua ad essere un punto di forza della città, ma nel corso degli ultimi anni si è sviluppato molto anche il turismo, che sta vivendo una stagione molto positiva per l’economia livornese.
Il mare è il fil rouge tra passato e presente, amatissimo dal popolo labronico, con i suoi ‘bagni’, tra i primi stabilimenti balneari in Europa, le sue splendide passeggiate e i suoi tramonti unici.
Amministrazione condivisa Taranto
Il reddito di Dignità è una misura promossa dalla Regione Puglia e attuata dagli ambiti territoriali, all’interno di una strategia di contrasto alla povertà, all’emarginazione sociale e al disagio socioeconomico, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione attiva dei cittadini in stato di svantaggio.
L’Ambito di Taranto, grazie ad un lavoro di collaborazione e di condivisione con istituti scolastici, enti ecclesiastici quali parrocchie, oratori e CARITAS diocesana, enti del privato sociale come i canili operanti nel territorio, cooperative sociali e associazioni, ha realizzato progetti di empowerment e di cittadinanza attiva che hanno offerto ai destinatari della misura un’occasione di arricchimento personale e professionale, oltre alla creazione di nuove opportunità lavorative. Queste le parole di una beneficiaria durante il convegno finale di presentazione degli obiettivi raggiunti, che ha operato presso la Caritas dell’Arcidiocesi di Taranto: “Mi sono sentita subito parte di una grande famiglia, che tuttora continuo a frequentare. Adoro lavorare, l’ho sempre fatto e senza mi sentirei persa, mi sono riappropriata di un mio posto nella società”.